mercoledì 19 febbraio 2014


Ho una cosa nella mente, che non mi lascia mai.
E' come una sinuisoide, che negli anni ha preso il sapore di qualcosa di già visto, così che ogni volta che vai giù sai già che è una divisone dell'essere su, e quando sei su inevitabilmente ricordi che sarai giù, come se il passato e il futuro si fondessero insieme.



Domani vado a prendere dall'aereoporto un'amico strano, che mi manca molto. ...torna dopo... secoli. Il mio dilemma è strano: lui non è ...molto mio amico, eppure lo è tanto, mi sono proposto subito: "ti vengo a prendere io, dovunque arrivi, quandunque atterri". Io ho la sensazione, quasi certa, che quasta non sia l'unica vita che viviamo. Rifuggo le divisioni delle religioni: non sono un coglione, soprattutto non posso permettermelo nei confronti di me stesso. I loro insegnamenti contorti mi vanno di traverso col subconscio: sto ..male dentro... come gli accordi minori quando ero un neonato, mi facevano stare male [...] E' un periodo stranissimo, sono rinchiuso in casa, lavora come un dannato, non guardo il conto corrente da anni, perchè nasconderlo. Io non so un cazzo di me, so che non mi chiamano, dunque male non va. ...non è questa la meta, non è questa la meta porca puttana. Si tratta di numeri di merda, proprio io che li sistemo con dei software lo so, siamo numeri, nemmeno denaro, che è già nulla. .......eppure qualcosa mi dice: hai ragione, hai ragione, la ragione è scritta dentro, sai cosa è giusto, e non te ne può fottere un emerito cazzo del resto. Ma non ho figli, sono solo, amo una persona, ma sono perfettamente consicio che può amare qualcun'altro, che l'amerò lo stesso. Amo due persone, una è un'amica, abbastanza lontana da essere come un angelo. Amo tre persone, una è un amico, amo artisticamente. Non è questione di essere zen, è solo questione di ...sentire dentro... che non esiste un bene o un male, non esiste un giudizio: nè quello che danno a me, nè quello originario. Non esiste niente se non l'applicazione del libero arbitrio. Non so perchè ho scritto nel blog, ...eppure puntava dentro, spingeva per uscire come se qualcuno lo dovesse leggere. Se qualcuno lo legge e ci si rivede, per favore, mi scriva a info@anteprimasas.it - è come un messaggio nella bottiglia: niente di personale. Eppure - se questo è vero - ...allora siamo tutti parte della stessa cosa, tutti connessi. Se qualcuno lo sente non per scherzo o curiosità, ma davvero nel profondo subcoscio, apra la mia bottiglia e mi risponda.